
IL PULCINELLA
- Torrevecchia Teatina, Abruzzo
Ascolta l'audio descrizione

Il Pulcinella abruzzese, anima dei riti di Carnevale, è una figura magica e potente, carica di un forte simbolismo. Indossa un abito tradizionale con molti abbellimenti. Il costume è composto da un enorme cappello conico, florito e ornato da nastri, chiamati zagarelle. La lunghezza di questo cappello, che può essere costruito solo da uomini e decorato solo da donne, sintetizza il contatto e il rapporto tra cielo e e terra.
Il costume consta di una casacca in tela ampia, con bottoni che rappresentano i semi e un paio di pantaloni ampi e dritti. Di solito l’abito è bianco, raramente colorato, per esempio di colore rosso. Accessori importanti sono il fischietto e le campanelle. Le maniche della casacca e il pantalone sono abbellite da frange o strisce rosse, e toppe che richiamano motivi floreali. Finalità di questi elementi è ricordare i germogli. Il Pulcinella indossa inoltre un grosso cinturone, una bandoliera, campanacci, una frusta lunga, una spada o un bastone, decorati e infiocchettati.
La Frusta è un simbolo magico dotato dell’incredibile potere di rimettere tutto al proprio posto, nella normalità del ciclo delle stagioni, soddisfacendo i desideri umani. Il bastone o mazza fiorita, con la struttura in canna, rivestita di nastri colorati, funziona da bacchetta magica. Tutto ciò che tocca rifiorisce. Altro elemento del costume sono gli stivali, simbolo di potere. Infatti il contadino calzava le scarpe. Il volto di chi veste i panni del Pulcinella è tinto di nerofumo, a simboleggiare che la creatura non ha natura umana ma bensì divina o semi divina.
I cappelli maschili hanno una forma volutamente fallica, sono simboli apicali e radicali vegetativi, che auspicano propizi che si esplicano nel rito della danza per favorire fecondità e valenza germinale del raccolto. I riti carnevaleschi partano la mattina, con una colazione salata a casa del primo Pulcinella. Poi si procede verso casa del Re Carnevale, per spostarsi in piazza per il processo a quest’ultimo, che termina con la condanna e il rogo di un fantoccio che lo rappresenta. Il tutto è animato da cortei rumorosi. Il Re Carnevale incarna il potere corrotto.
Le figure del rito carnevalesco, soprattutto con riferimento al processo di Re Carnevale, sono tante: il notaio, il carabiniere, lo speziale, il giudice, il dottore, la moglie del Re Carnevale. Ognuna di questa simboleggia un aspetto del rapporto tra il prima e il dopo, tra il bianco e il nero, tra l’ingiustizia e la giustizia, tra l’arroganza e la saggezza, tra la morte e la rinascita. Il carnevale celebra quella costante ricerca di equilibrio tra metafisica e materia, sacro e profano, ordine e disordine.
Il Museo Alessandrino della Maschere nasce per ospitare Storia, storie, folklore e testimonianze dei più importanti e antichi carnevali tradizionali d’Italia, forte di un’attenzione particolare rivolta proprio al carnevale alessandrino e alle sue maschere caratteristiche: i Połëcënellë Bielle, i Połëcënellë Brut’, la Coremme e l’Ursë.